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Via Romea - Extra Moenia
La Domus templare di Isana tra Storia e Leggenda



Via Romea Canavesana e’ stata ospite al castello di San Giorgio Canavese per parlare di un tema che sempre incuriosisce ed affascina: la presenza dei Templari in territorio piemontese.

In particolare la serata del 10 aprile ha avuto come oggetto la chiesa di Santa Maria di Isana situata nel territorio di Livorno Ferraris: l’evento rappresenta il primo incontro sul tema, anticipando un secondo appuntamento proprio a Livorno a settembre durante il quale si parlera’ della chiesetta templare di san Giacomo di Ruspaglia situata nel territorio di San Giorgio.

 

Il primo oratore, Giovanni Franco Giuliano, ha illustrato il contesto storico e il luogo in cui la domus templare e’ stata edificata.

In epoca medioevale a Livorno Ferraris convergevano molte strade (da e per Torino, Ivrea, Vercelli, Asti) ed e’ per questo che probabilmente erano presenti sia locande che ospizi: i documenti storici attestano ben quattro luoghi di ricovero (Sant’Emiliano, Sant’Andrea, Santa Maria di Isana, San Giovanni). Nel contesto storico incerto e tumultuoso dell’inizio del secondo millennio si muoveva il militare, il commerciante ma soprattutto l’“homo viator” che si metteva in cammino per devozione, per grazia ricevuta o per penitenza. Quando, dopo il 1100, i Templari iniziarono ad insediarsi anche in Piemonte si dedicarono alla costruzione di magioni e comanderie, spesso in corrispondenza delle principali strade di comunicazione, per ospitare viandanti e pellegrini.

L’origine della “mansio” di Isana non e’ documentata: viene menzionata per la prima volta in un atto del 1208, ma non e’ errato pensare che esistesse gia’ da qualche anno; e’ citata successivamente in un atto del 1222 insieme ad altri possedimenti templari dell’area di Vercelli.

La sua prosperita’ duro’ fino a quando l’ordine venne soppresso nel 1312 da papa Clemente V: dopo questa data le sorti della chiesetta sono legate alle alterne vicende dei priorati del territorio, delle guerre e delle pestilenze che lo coinvolsero, dei vari proprietari del terreno agricolo su cui sorge.

 

Il secondo oratore, Marisa Camoriano, ci ha ricordato come possano essere suggestive le leggende che un luogo di culto come Isana puo’ ispirare: si tratta di racconti tramandati di generazione in generazione che prendono spunto da episodi di vita contadina o elementi del paesaggio. E’ nata cosi’ la storia del miracolo della ragazzina muta (che avrebbe ripreso la parola per indicare il luogo di costruzione della chiesa), del buco del diavolo (un foro nel muro frutto di un “patto” tra il capomastro della costruenda chiesa e Satana in persona) o delle tre stelle (le tre madonne “nere”, o credute tali, che in cielo risplendono come stelle e parlano tra loro nella notte). Non va tralasciato anche il menhir dalle proprieta’ taumaturgiche che, assieme alla presenza di una fonte di acqua, contribuisce ad ammantare il luogo di un velo magico.

Ciascuno di noi puo’ credere o meno a queste vicende; i topoi che ricorrono in questi racconti sono gli stessi che si ritrovano in molte narrazioni di origine popolare cristiana e non: il miracolo o l’evento eccezionale per giustificare la scelta del luogo di costruzione di un edificio sacro, la divinita’ che diventa elemento della natura, la lotta tra il bene e il male. Sicuramente le leggende testimoniano un interesse per questo luogo di culto, molto antico e molto importante.

Oggi, al di la’ delle leggende, ci rimane una chiesa ad aula unica con abside quadrangolare, inserita in una tenuta agricola edificata verso l’inizio del ‘900. L’orientamento dell’asse principale e’ di tipo est-ovest, tipico di molte chiese di epoca romanica, ed equinoziale cioe’ nel giorno dei due equinozi di primavera e di autunno la luce del sole, attraversando la bifora della facciata, illumina con precisione la statua della Madonna. Si tratta di aspetti architettonici che, in aggiunta alla croce ad otto punte sul campanile, testimoniano l’origine templare: e questa non e’ una leggenda.

 

Per chi fosse interessato a maggiori dettagli sulla storia della chiesetta di Isana si rimanda ai documenti curati dai due relatori: il testo “Santa Maria d'Isana” (Accademia dei Livornesi, 2006) di Giovanni Franco Giuliano e il sito curato dalla professoressa Camoriano:  http://chiesettatemplareisana.jimdo.com/ .





Germana Vinelli

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