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Via Romea - Res Cottidianae
L’ignoto, il fantastico e l’immaginario del Medioevo



I tempi della Storia non sono scanditi solo da guerre e condottieri, che trovano ampio spazio nei testi scolastici noti a tutti noi, ma sono segnati anche da aspetti della vita quotidiana che ritroviamo sorprendentemente fino ai giorni nostri. Questo è lo spirito del ciclo di incontri “Res Cottidianae – Vita di ogni giorno dell’Età di Mezzo”, organizzato da Via Romea Canavesana e aperto da Giorgio Cavaglià con la serata dal tema “L’ignoto, il fantastico e l’immaginario del Medioevo”, il 22 marzo a Mazzè.

Il percorso narrativo della serata è stato strutturato in due parti: dapprima si è discorso della etimologia e del significato delle parole che hanno dato il titolo all’evento, approfondendo il concetto di “fantastico” e il ruolo della “fantasia” nell’interpretare liberamente i dati della realtà. Nella seconda parte sono state illustrate e commentate alcune immagini esemplificative dei miti e delle credenze che si sono formate e consolidate in epoca medioevale.

I termini “sogno”, “ignoto”, “fantastico”, “immaginario” sono spesso usati come sinonimi o per alludere a concetti simili: fanno riferimento alla visione che mette in contatto il reale umano col divino, che svela il lato nascosto della apparenza. Come, quindi, non provare meraviglia e stupore di fronte a una “immagine” o a un “miracolo”, termine quest’ultimo usato in epoca medioevale per indicare le sacre rappresentazioni nelle quali una situazione problematica veniva risolta dalla Madonna o da un Santo, analogamente alla figura classica del deus-ex-machina?

Sono diversi i luoghi comuni associati all’età medioevale ormai sfatati: la paura dell’anno Mille (basata su una errata interpretazione di un passo dell’Apocalisse), la credenza che il mondo fosse piatto, l’assenza di leggi (pur essendo scomparso il diritto romano, importanti eredità sono costituite dalle leggi longobarde, dalla nascita del diritto canonico, dalla Magna Charta, dalle regole delle comunità rurali, ecc. ), l’imbarbarimento culturale (nel Medioevo nascono scuole e università e viene “inventata” la scrittura minuscola).
L’analfabetismo diffuso non ha ostacolato le esigenze di comunicazione e ha reso il “simbolo” il mezzo più immediato per la trasmissione di contenuti.
Molte credenze hanno portato gli uomini a travisare la funzione di monumenti dell’antichità: solo a titolo di esempio si possono citare il Colosseo (dove non venivano trucidati i cristiani), il faro di Alessandria (che non serviva ai naviganti di notte, come potremmo essere indotti a credere, ma il suo fumo era da guida durante il giorno), la bocca della verità (che non è altro che un tombino romano).
Il corredo dell’immaginario medioevale si completa con i miti (ad esempio quello dei giganti presenti presso molti popoli europei), le reliquie (il cui possesso portava benessere e protezione), le figure bestiali e gli esseri mostruosi (draghi, unicorni, grifoni, …), i personaggi umani leggendari (l’ebreo errante, Simon Mago, l’uomo selvatico, il pifferaio magico).
Quanti di questi sono presenti ancora oggi nel bagaglio culturale europeo del XXI secolo?





Germana Vinelli

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