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Via Romea - Res Cottidianae
Invenzioni rivoluzionarie o secoli bui?



Una trentina di persone ha assistito venerdì 13 settembre scorso alla serata intitolata “IL MEDIOEVO VAL BENE UNO …ZERO”, organizzata, nell’ambito della manifestazione “RES COTTIDIANE”, dall’Associazione Culturale “VIA ROMEA CANAVESANA” presso il Pluriuso di Vische, ospite della locale Associazione “NATURA & PAESE”.

La prima cosa che ha catturato l’attenzione del pubblico che entrava nel salone è stata la splendida esposizione di oggetti e manufatti d’epoca (o loro perfette riproduzioni) allestita dall’Antico Bazar di Mazzè.

Tra i “pezzi” più interessanti una “bombardella manesca” a tre colpi del 1300 (l’antenata dell’attuale revolver); le lampade navali che, basate sul principio del giroscopio, riuscivano a mantenere sempre la fiamma nella posizione corretta nonostante il rollio ed il beccheggio dei natanti, evitando così il pericolo di incendi sulle navi dell’epoca e le serrature a combinazione. Ma gli oggetti esposti erano veramente tanti; dalle armi a quelli di uso comune (bottoni, ditali, forbici, ferri da stiro e da cavallo ecc.) molti dei quali ripresi poi dal relatore durante la serata.

Il relatore Danilo ALBERTO, neo-presidente dell’Associazione e non nuovo a queste “performances”, ha catturato l’attenzione dei presenti impostando il tema non come una accademica illustrazione dell’argomento, ma interagendo direttamente con essi e saggiando la loro preparazione e prontezza di risposta.

Iniziando con la presentazione di una fondamentale invenzione del secolo scorso (il motore ad induzione elettrica), del quale a poco più di 100 anni e 25 Km di distanza, pochi ricordano la paternità di Galileo FERRARIS e con l’aiuto di svariate diapositive e di tre divertenti filmati l’oratore ha presentato agli ascoltatori il quadro di un medioevo a torto troppo spesso ritenuto “secoli bui”, invece fervente fucina di idee e natali di menti eccelse che lo hanno illuminato con le loro intuizioni volte a superare e risolvere problematiche anche di vitale importanza allora come oggi (come ad esempio quelle dell’approvvigionamento idrico e della salute).

Ad ogni diapositiva proiettata il relatore poneva una domanda al pubblico presente e le loro risposte, di cui bisogna dire ben poche azzeccate al primo colpo (il che dimostra come siamo ormai abituati ad utilizzare oggetti talmente comuni di cui, in questa società che si dichiara “multietnica” non conosciamo neppure l’ origine; teniamo presente che molti degli oggetti e delle idee presentate provengono dall’Oriente, come ad esempio lo ZERO che da il titolo alla serata) servivano da spunto per la spiegazione del problema, della relativa invenzione od intuizione e del personaggio ad essa collegato.

Anche qui tantissime le curiosità che hanno lasciato meravigliati gli intervenuti, ignari della loro remota provenienza: dalle forchette ai vetri delle finestre; dagli occhiali ai libri stampati e rilegati; dall’anestesia alle carte da gioco; dall’orologio meccanico alle note musicali; dai bottoni al ferro da stiro; dalla bussola al caminetto.




Giuseppe Avataneo

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