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Numero: 01/2020

Moncrivello (VC) - Panoramica e castello

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In questo numero:
 

Editoriale 

7 Febbraio: Medioevo: L'epoca dei Castelli (Rassegna: Res Cottidianae Et Clarae Personae)

Articolo: Il percorso di Via Romea Canavesana è sull’atlante dei cammini storico-devozionali del Piemonte 

Storie in Soffitta: Beata Emilia Bicchieri (E Beatrice)

    Sant'Ignazio da Santhià

    Sant'Onorato di Vercelli

    Santo Stefano da Cuneo

    San Teonesto

    Taddeo McCarthy

    Tranvia Ivrea - Santhià

 

Editoriale

 

Gentilissime amiche ed amici della Via Romea Canavesana,
 
dopo un lungo periodo di silenzio ripartiamo. 
 
 
Ci sono stati alcuni problemi personali che hanno segnato il 2019 appena concluso, che è stato privo di comunicazioni attraverso questa newsletter; ci sono stati lavori che comunque sono stati portati avanti con dedizione da parte dei soci, alcune conferenze e passeggiate sono state effettuate. E l'anno purtroppo si è concluso con la dipartita del caro amico Giorgio Cavaglià.
La sua improvvisa scomparsa ha creato un grande vuoto nella nostra associazione che lo vedeva tra i fondatori ed ideatori del progetto, ma crea anche un grande vuoto nella cultura del territorio che per tanti anni lui ha fatto conoscere ed amare ai suoi studenti ed anche a tutti noi appassionati attraverso conferenze e pubblicazioni. 
Le attività del nostro sodalizio stanno ripartendo, come dicevo, tutto esattamente come è sempre stato nell'ultimo decennio, ovvero da quanto Via Romea esiste, ma nulla sarà più purtroppo come prima... Ciao Giorgio, amico dallo sguardo benevolo e dal carattere pacato che non si tirava mai indietro di fronte alle richieste ed alle innumerevoli domande relative al passato delle nostre contrade alle quali sapevi sempre fornire una risposta puntuale ed arguta. 
 
 
Nello scorso mese di settembre vi sono state le elezioni del direttivo di Via Romea Canavesana Onlus. Vi è stato un cambio nelle cariche di vice presidenza: Rossana Miola è subentrata nell'incarico sul territorio canavesano a Giuseppe Avataneo, mentre Cristina Venturino ha sostituito sul suolo vercellese Elena Furini. Ad entrambe le nuove vice presidenti l'augurio è di poter seguire i progetti in corso e che verranno messi in atto nei prossimi periodi con serena determinazione nel rispetto del mandato associativo: promuovere e valorizzare il territorio in tutte le sue forme.
 
 
Sono infine lieto di annunciarvi che il 12 Giugno di quest'anno vedrà il coronamento un progetto che è partito ormai più di tre anni fa... L'idea un po' pazza e molto ambiziosa di realizzare un film d'avventura per celebrare il territorio è ora una realtà ed ha per titolo "Il tesoro di Ypa", la regia è di Roberto Gillone. 
Grazie all'appoggio di moltissime persone che con dedizione e tanta buona volontà si sono prodigate, ed ora anche grazie alla ProLoco di Mazzè ed all'Assessore alla Cultura dello stesso comune Annalisa Actis, potremo presentarlo a tutti coloro che intendono onorarci della loro presenza presso la prestigiosa sede di Villa Occhetti, all'interno del parco... vi saranno comunicati in seguito i dettagli riguardanti la serata.
Per chi non avesse ancora avuto modo di prenderne visione, ecco il trailer: 
 
 
 
Presto pubblicheremo anche il programma annuale con tutti gli impegni (Passeggiate e serate culturali) 
 
 
Grazie a tutti voi per continuare a seguirci ed a tutti i soci e simpatizzanti per l'impegno nel cercare di portare avanti i nostri progetti al servizio della cultura e del territorio. 
 
 

Danilo

 


Medioevo: L'epoca dei Castelli

Mazzè - venerdì, 7 febbraio 2020 alle ore 21:00

 
 
Castello è simbolo del nostro passato ed icona principale del Medioevo.
  
Qualcuno lo vuole quale strumento di difesa, altri di offesa; c'è poi chi romanticamente lo colloca in un immaginario mondo fantastico in cui coraggio e valore venivano messi in gioco come non mai.
 
Quale fu la ragione per cui vennero costruiti i castelli?
Sorsero senza logica apparente oppure vi era un progetto strategico territoriale che stabiliva la loro posizione? 
Erano collocati lungo le vie principali o erano invece le strade ad esser "attratte" da queste costruzioni?  
Quali e quanti tipi di castelli possiamo incontrare percorrendo le nostre contrade?
 
Relatore: Danilo Alberto
 

Maggiori informazioni...


Il percorso di Via Romea Canavesana è sull’atlante dei cammini storico-devozionali del Piemonte

Via Romea - Torino, Circolo dei Lettori - Autrice: Germana Vinelli

 
 
Quando si parla di cammini si affronta un argomento trasversale che tocca storia, cultura, spiritualità, paesaggio, benessere: questo è quanto traspare chiaramente dai vari interventi che abbiamo ascoltato alla presentazione del volume “Cammini storici del Piemonte” di Franco Grosso, edito da Edizioni del Capricorno.
 
Come ricordato nella introduzione del libro, l’opera nasce da due esigenze: soddisfare la richiesta dell’assessorato alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte di mappare lo stato della rete dei cammini regionali e rispondere ad analoga richiesta del ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBACT) per inserire tali percorsi nell’Atlante dei Cammini d’Italia. Dieci sono i percorsi descritti e uno di questi è proprio quello curato dalla nostra associazione.
 
Si sono alternati oratori di diversa estrazione e ciascuno ha portato la sua testimonianza di divulgazione e promozione del “turismo di prossimità” e dell’escursionismo slow.
 
In accordo a una linea editoriale nota agli appassionati, il rappresentante di Edizioni del Capricorno ha parlato della importanza delle guide divulgative per la riscoperta del territorio, in termini di cultura tradizione e paesaggio. Ci ha fatto molto piacere osservare che nella sua presentazione siano state riportate come esempio proprio le prime pagine del capitolo 7 dedicato al percorso di Via Romea Canavesana.
 

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Beata Emilia Bicchieri (E Beatrice)

Storia in Soffitta - Autore: Giuseppe Avataneo 

 
 
La nobile casata dei BICCHIERI, in tutte le sue diramazioni, non si limitò a dare lustro alla città di Vercelli con la sola già grande figura del Card. GUALA.
Il maestoso edificio basilicale della città accoglie le spoglie di molti altri Santi e Beati e fra queste, gelosamente custodite, quelle di un altro BICCHIERI: la Beata Emilia.
 
Pronipote del Card. Guala, figlia del patrizio ghibellino Pietro e di Alasia di BIANDRATE; terza (o quarta) (1) di sette sorelle, nacque a Vercelli nel 1238; i cospicui mezzi finanziari della famiglia consentirono di educare di educare la numerosa prole anche ad alti traguardi di cristianità.
La piccola Emilia poi dimostrava, assieme alla semplicità ed alla giocosità dell’età, anche una assennatezza affatto superiore alle sorelle.
Di carattere schivo ripudiava le frivolezze ed amava ritirarsi nella sua camera per dedicarsi alla preghiera ed al canto dei Salmi.

Rimasta presto orfana di madre divenne la pupilla del padre, mentre sentiva crescere in lei una fortissima attrazione per la vita monastica; principalmente dovuta alle parole ed agli esempi  che mutuava dalla frequentazione dei Frati Predicatori di Vercelli.

Ma il tenerissimo affetto del padre, che non voleva vederla andare via, costituì un insormontabile ostacolo alla sua vocazione.

L’11 luglio 1250 il padre, nel suo testamento, lasciava a lei ed alle sorelle Ottina e Beatrice cospicui beni consistenti in immobili e rendite, da godere in comune sino al matrimonio.

 

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Sant'Ignazio da Santhià

Storia in Soffitta - Autore: Giuseppe Avataneo 

 
 
La terra vercellese è stata, in ogni tempo, prodiga di importanti personalità in campo religioso. In questa sezione chiamata “Storie in soffitta” si sono già citati i vercellesi: Card: Guala Bicchieri, promotore della “Magna Charta” inglese e le sue pronipoti Beate Emilia e Beatrice, sorelle e fondatrici di monasteri. Si è anche ricordato il cavagliese Venerabile Giovanni Gersen, frate benedettino ed autore della “De imitatione Christi”.
 
Tutte grandi figure che, al loro tempo, diedero lustro alla terra vercellese, ma che ora sono sconosciute alla maggior parte dei loro stessi concittadini.
 
Continuando a cercare nei meandri della storia mi sono casualmente imbattuto in un’altra figura di religioso, addirittura canonizzato come Santo, del cui nome, vita ed opere sarei curioso sapere quanti Santhiatesi sono al corrente. Parlo di Sant’Ignazio da Santhià.
 

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Sant'Onorato di Vercelli

Storia in Soffitta - Autore: Giuseppe Avataneo 

 
 
Se chiediamo ad un torinese, o ad un astigiano, o ad un cuneese di ricordare il nome di eminenti figure religiose piemontesi, sicuramente tutti citeranno Don Bosco; qualcuno potrebbe anche nominare il Cafasso; ma non credo che molti ricorderebbero Domenico Savio, o il Cottolengo. Un vercellese probabilmente nominerebbe S. Eusebio…ma la cosa si fermerebbe lì.
 
Invece, proprio dalla terra vercellese provengono molte figure che hanno trovato gloria in tempi passati, anche se ora stentano ad essere ricordate.
 
Alcuni di loro li abbiamo segnalati noi proprio da queste pagine:
 
Il Card. Guala Bicchieri: che non fu santo, ma figura di spicco, ricordato in Inghilterra come Propugnatore della Magna Charta
Beate Emilia e Beatrice Bicchieri: pronipoti del citato cardinale e fondatrici di conventi
Venerabile Giovanni Gersen: frate benedettino autore della “De Imitatione Christi”
Sant’Ignazio da Santhià: frate al Convento del Monte dei Cappuccini di Torino
 

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Santo Stefano da Cuneo

Storia in Soffitta - Autore: Giuseppe Avataneo 

 
Nei precedenti articoli sui Santi e Beati piemontesi, poco o punto conosciuti, ci siamo concentrati sul vercellese. Oggi, per cambiare, vorrei lasciare questa terra e spostarmi a Cuneo per trattare un’altra figura di Santo che può, a pieno titolo, entrare a far parte dei << relegati in soffitta>>, in quanto il suo culto, come risulta dalle documentazioni, << è ristretto alla sola città di Cuneo>> e, probabilmente sconosciuto anche << a molti abitanti di quella località>>, anche se un quadro che lo raffigura << è esposto nel locale Santuario della Madonna degli Angeli>>.
 
Poco si sa di questo Santo piemontese. Il suo nome era Stefano Tornelli e nacque a Cuneo verso il 1340, entrò giovane nel locale convento di San Francesco, sostando per studi nella Provincia francescana di Genova.
 
Nel 1370 si recò, per una missione, nella vicaria della Corsica e vi trascorse otto anni. Successivamente destinato alla Custodia di Terrasanta si recò a Gerusalemme nel 1379 entrando, con i confratelli Deodato da Ruticinio, Pietro da Narbona  ed il croato Nicola Tavelic, a far parte dei dodici frati della comunità del Monte Sinai, roccaforte cristiana nel cuore dell’islam.
 
 

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San Teonesto

Storia in Soffitta - Autore: Giuseppe Avataneo 

 
Dopo una breve escursione in “Provincia Granda”, nella nostra ricerca di Santi e Beati piemontesi meritevoli di rivalutazione, torniamo a Vercelli; qui incontriamo questo Teonesto, che più incerto di coì non può essere.
 
L’unica fonte antica e storica che ricorda questo Santo è la: <Vita Eusebii>, sul Santo vescovo Eusebio, un testo redatto probabilmente nell’VIII sec. In cui si ricorda come il presule desiderasse essere sepolto accanto a questo martire.
 
Di lui non si conoscono né la data di nascita, né quella di morte. Probabilmente Teonesto era un membro laico dell’antica comunità cristiana vercellese, vissuto prima della <Pace costantiniana> del 313 e dell’episcopato di Eusebio; pare fosse un uomo molto apprezzato per la sua carità cristiana, che sacrificò la sua vita nella difesa della propria fede.
 
Dopo il martirio il corpo venne tumulato, senza particolari indicazioni, in un’area cimiteriale mista (pagani e cristiani) <extra muros> della Città. Le poche notizie disponibili individuano proprio in Eusebio colui che ne rinvenne le spoglie e fece costruire sul luogo un primo sacello ove darvi degna sepoltura.
 

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Taddeo McCarthy

Storia in Soffitta - Autore: Giacomo Tardito

 
Ad Ivrea, il 24 ottobre 1492, in una delle stanze dell’Ospedale (Ospitale) dei XXI, situato proprio a fianco della cappella ancora esistente di Sant’Antonio, moriva Taddeo McCarthy, vescovo irlandese.
 
Taddeo si spegneva umilmente, come semplice pellegrino; al momento della sua richiesta di ospitalità nessuno sapeva che fosse un vescovo. Si era presentato ai battenti dell’ospedale chiedendo semplicemente ricovero e carità, povero, malamente vestito ed in uno stato di salute precario.
 
Poco si viene a sapere dei primi anni di vita di Taddeo. Nacque a West Cork (Irlanda) nel 1455. Apparteneva alla famiglia McCarthy Reagh, signori di Carrberry, stirpe di sangue reale. Alcune fonti indicano sua madre come figlia di Edward Fitzmaurice, nono Lord di Kerry.
 
Taddeo riceve la sua prima educazione e la formazione ecclesiastica, presso i frati francescani di Timoleague (villaggio di County Cork); in seguito, come era consuetudine del tempo, proseguì i suoi studi a Parigi e a Roma.
 

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Tranvia Ivrea - Santhià

Storia in Soffitta - Autore: Giacomo Tardito

 
 
Se si passa a Palazzo Canavese, nei pressi del Municipio, vi è la targa stradale che indica “Via Discesa alla Stazione” oppure, se si transita sulla Strada Provinciale SP228 che da Ivrea porta a Viverone, si vede un bar con l'insegna “Bar Tramwai”. Qui ci si pone un interrogativo: che mezzo di trasporto transitava in questa zona e quando?
 
Si trattava di una tranvia interurbana a vapore che collegava Ivrea a Santhià fra il 1882 e il 1933.
A fine Ottocento queste due città, ed i loro territori limitrofi, si trovarono in una fase di sviluppo industriale, commerciale ed agricolo: da qui la necessità di ricercare un mezzo di trasporto, atto a soddisfare le varie e nuove esigenze.
 
La cura del progetto della linea tranviaria fu affidata all'ingegner Fowley di Bruxelles, nel 1880.
 
Nell'autunno del 1881, venne approvato il progetto ed iniziarono i lavori per la costruzione della tranvia. L'incarico fu affidato alla Société Générale des Chemins de Fer Economique di Bruxelles.
Dopo soli nove mesi, l'impianto tranviario fu completato: era il 30 luglio 1882. In quella data, venne ufficialmente aperta all'esercizio la tranvia Ivrea-Santhià, per favorire gli scambi commerciali, la mobilità delle persone ed il trasporto delle merci. Si era anche pensato alla possibilità di un incremento dell'allora ancora modesto turismo, soprattutto estivo, diretto al lago di Viverone.
 

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