Storia in soffitta

Sant''Innocenzo di Tortona
Il prodigio delle braci

Lascia un commento approfondimento di: Giuseppe Avataneo



Nacque a Tortona nel 285 d.c., secondo la tradizione, nella nobile famiglia della , la quale venne sterminata durante la persecuzione di Diocleziano del 303, in quanto proteggeva i cristiani tortonesi accogliendoli nella villa adiacente il ; oggi torrente Grue.

 

In quell’occasione Innocenzo, assieme al padre Quinzio ed alla madre Innocenza, venne arrestato ed i loro beni confiscati.

 

Solo nel 313, con l’Editto di Costantino e la cessazione delle persecuzioni, nelle quali il vescovo Giuliano era stato decapitato e la successione si era interrotta per 15 anni, i cristiani della zona poterono eleggere un nuovo vescovo, ordinato nel 318.

 

Nel frattempo (313) Innocenzo si recava a Roma per riavere i beni paterni. In quell’occasione il Papa Silvestro lo ordinò diacono, tenendolo alcuni anni presso di lui e rimandandolo a Tortona , dopo averlo consacrato vescovo, il 24 settembre 325.

 

Appena ritornato alla terra natia impegnò tutte le sue forze per ricostruire la chiesa locale, fortificando i cristiani nella fede e convertendo i pagani.

 

Devolse tutti i suoi beni di famiglia alla Diocesi innalzando, sul colle sovrastante la città una grandiosa basilica e dedicandola ai Santi Sisto e Lorenzo; qui venne seppellito il corpo di Innocenzo e, a partire dal X sec. ebbe funzione di Cattedrale.

 

Questa chiesa, che sorgeva presumibilmente nel luogo dell’attuale stadio, andò distrutta nel 1609. Inglobata nelle fortificazioni erette dagli Spagnoli durante la guerra Franco-Ispanica  col compito di polveriera, venne colpita da un fulmine durante un violento temporale .Edificò ancora la Chiesa dei “Dodici Apostoli” e quella di “Santo Stefano”.

 

Ai piedi del colle sovrastante la città fece costruire la Chiesa di “Santa Maria” ed il relativo battistero di forma ottagonale, circondato da 24 colonne in marmo.

 

Nella chiesa di Santa Maria, ove Innocenzo officiava spesso, si compì un singolare prodigio:< … richiesto ad una fedele, di nome Senatrice, di procurargli delle braci necessarie per i riti ella, non sapendo dove metterle, le ripose in grembo, non riportando alcun danno né a lei, né agli abiti>.

 

Fece demolire la Sinagoga, che sorgeva sul luogo del martirio del vescovo S. Giuliano, e vi edificò la Cattedrale fuori Porta Ticinese, che venne officiata sino a X sec. , quando le incursioni degli Ungari la resero insicura.

 

Anche la sorella di Innocenzo, di nome Innocenza, intraprese la vita monastica formando, con altre pie donne, il nucleo di quello che divenne il Monastero di “Santa Eufemia”.

 

L’impresa più grande attribuita ad Innocenzo fu  il ritrovamento del corpo di S. Marziano, primo vescovo della città, martirizzato nel 122; il luogo della sepoltura era rimasto segreto per tre secoli.

 

Innocenzo lo cercò invano in tutti gli antichi cimiteri finché, per intercessione divina, il luogo della sepoltura venne rivelato con una visione al prete Giacomo, mentre stava celebrando l’Eucarestia. Non sulle vie principali, ma lungo uno sperduto viottolo che portava sulle rive dello Scrivia.

 

Accorso sul luogo della rivelazione, in compagnia dei diaconi Celso e Gaudenzio, scavando tra le radici dei sambuchi Innocenzo portò alla luce un disadorno sepolcro, coperto con una lastra di terracotta recante l’iscrizione: “Qui riposa il corpo di Marziano”.

 

Aperta la tomba, al cospetto del popolo e del clero esultanti, vennero rinvenute le ossa del Santo, assieme alla spugna del lavacro ed una ampolla del suo sangue. Per ordine del vescovo la primitiva sepoltura venne sostituita da una, più degna in pietra, sopra la quale fu costruita una grandiosa basilica che, secoli dopo, divenne la potente Abbazia di S. Marziano.

 

Sant’Innocenzo morì 17/4/353 dopo 28 anni di reggenza della diocesi. Il suo successore fu Sant’Esuperanzio il quale, accanto a S. Ambrogio e S. Eusebio, si distinse come accanito nemico dell’eresia ariana.

 

 

BIBLIOGRAFIA:

  •  It.wikipedia.org>innocenzo_di_tortona
  • www.santiebeati.it>sez.I

 

 




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