Storia in soffitta

Beatrice di Savoia
Da Lisbona a Moncrivello

Lascia un commento approfondimento di: Franca Giusti



Un gran fermento riecheggiava nei saloni della corte lusitana. Un via-vai di personale di servizio per il fremere dei preparativi, al piano terra, per il ballo di fine anno. La cucina sprigionava aromi di spezie e accoglieva selvaggina e cacciagione da cuocere lentamente. Nei corridoi si vociferavano argomenti di cui si sapeva poco, di terre lontane, di un “nuovo mondo” oltre mare e di una bambina venuta al mondo nelle stanze al piano superiore. 31-12-1504, Lisbona. Emanuele I di Braganza e Maria di Castiglia annunciano lieti la nascita della loro primogenita Beatrice, nata sotto i migliori auspici e la grande potenza paterna. Re stimato in tutta Europa per le glorie marittime indiane, africane ed americane, dotò Beatrice di una buona dote. Nello stesso anno, in una corte di dimensioni assai più modeste, Carlo di Savoia, detto il Buono, veniva incoraggiato a prender moglie. I consigli, i suggerimenti, gli incontri e le presentazioni con improbabili future spose non mancavano ma il duca buono non era pronto e la situazione in Europa difficile. I segretari della corte sabauda, i membri del consiglio cum domino ed i governatori di Nizza tessevano finemente, già da qualche anno, le condizioni migliori per le nozze del duca e con loro, Carlo V ed il papa Leone X. Nel 1521 le trattative risultarono chiuse dignitosamente e, scortata da nobili ecclesiastici e laici e da dame, Beatrice fece il suo ingresso a Nizza ed il primo giorno di ottobre si unì in matrimonio a Carlo, buono e di quindici anni più vecchio di lei. Da lì, gli sposi novelli partirono alla volta di Torino. Viaggiarono molto tra Torino e Ginevra; Beatrice, donna altera, principessa difficile, interveniva con decisione sulle strategie politiche per la conservazione dei territori sabaudi che, pizzicati tra le potenze francesi e svizzere, tra le nascenti ambizioni religiose ostili al cattolicesimo, si trovavano ad issare bandiere di nuovi casati. Beatrice era figlia di un re e cognata dell’imperatore, sposo di sua sorella Isabella. Pensava in grande, ottenne la contea di Asti ed il marchesato di Ceva, nel 1530, per sé e per i suoi discendenti.

Il Piemonte e lo Stato sabaudo non erano la stessa cosa. La rivalità tra i due era tale che Beatrice si sentiva più vicina allo Stato milanese che al Piemonte e ne chiese la reggenza dopo la morte di Francesco II Sforza. Era il novembre del 1535 e da allora la principessa di Portogallo e Savoia diresse le carrozze verso Milano, passando per Vercelli.

Piacevoli erano, se pur brevi, le permanenze al castello di Moncrivello dove sempre sperava di tornare con il marito ed i figli, Luigi, Emanuele Filiberto (Testa di ferro) e Giovanni Maria. A pochi giorni però dalla nascita di quest’ultimo, l’8 gennaio 1538, Beatrice morì a soli 33 anni. Le sue spoglie mortali furono tumulate nell’aprile del 1867 a Torino, nella cripta della basilica mauriziana ed il conte Cibrario ne scrisse l’epitaffio.




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