Il progetto

IL PROGETTO E SUE IMPLICAZIONI

Sviluppato sulla base dei riscontri storiografici, archeologici, monumentali e religiosi descritti nelle pagine precedenti, esaminiamo ora in dettaglio il progetto dell’itinerario Romeo Canavesano, specificandone i contenuti e le finalità.
In primis si sottolinea che snodandosi parte nella Provincia di Torino e parte in quella di Vercelli, nella redazione del progetto della Via Romea è stata data la priorità all’unicità sociale e culturale delle zone attraversate, senza considerare i confini amministrativi, fossero anche provinciali. In particolare, pur non ripromettendosi certamente di soppiantare il percorso tradizionale, la riscoperta di questo tragitto si propone come itinerario alternativo alla via di Sigerico tra Ivrea e Vercelli, con la cattedrale di Maria Assunta a Ivrea e l’inizio della strada per Sali a Cascine Stra di Vercelli, quali punti di raccordo.

Le motivazioni della scelta a cui erano chiamati i viandanti che giungevano ad Ivrea dopo aver disceso la Valle d’Aosta, sono già state ampiamente esposte nelle pagine precedenti, ma si possono riassumere nelle condizioni ambientali delle zone attraversate e nella pericolosità del percorso di Sigerico tra Ivrea e Santhià, a causa delle continue lotte tra Vercelli ed Ivrea. Al contrario l’itinerario che volgeva a sud, transitando nella sua parte mediana su terre soggette al conte di Mazzè, non era interessato alle dispute dei due potenti Comuni, per cui ai viaggiatori era conveniente percorrere qualche chilometro in più ma garantirsi la tranquillità .
Per i viandanti provenienti da Pavia o da Asti e diretti ad Ivrea, l’itinerario passante per Trino, Livorno Ferraris e Mazzè, oltre ad essere più sicuro, era anche più breve di quello di Sigerico e non crediamo quindi che possano sussistere dubbi sulla strada che veniva scelta. Parimenti anche i viaggiatori di ritorno da Roma, giunti a Vercelli per la via tradizionale, a Cascine Stra erano chiamati a fare la scelta, che poteva indirizzarsi verso uno o l’altro itinerario a seconda della stagione e della situazione esistente nelle zone più turbolente.
Complessivamente il progetto è formato, oltre alla presente relazione, da cartine topografiche tratte dalle tavole scala 1:25000 dell’I.G.M. opportunamente aggiornate, rappresentanti i mutamenti avvenuti nella rete stradale dal tardo Impero al XIV secolo. Ovviamente, per venire incontro alle attuali esigenze, è stato necessario procedere al rilevamento GPS del tracciato, dei punti nodali e dei monumenti più importanti, in modo da poter fornire ai viaggiatori una cartografia esatta ed aggiornata. Per maggior chiarezza, è stata anche predisposta una documentazione fotografica dei monumenti romanici che s’incontrano lungo il cammino, in quanto la loro presenza, oltre a certificare il transito di viaggiatori in epoca medievale, testimonia il propagarsi delle tendenze architettoniche romaniche nel nord Italia.

Notevole è l’esistenza a san Eusebio al Masero (Scarmagno) a santa Maria a Mazzè e san Andrea a Livorno Ferraris, di affreschi raffiguranti “Madonne del Latte”, sicura testimonianza della funzione assistenziale a favore dei viandanti a cui queste chiese erano adibite. Tutte queste evidenze, notevoli sia per quantità che per varietà, confermano l’intenso utilizzo di questo tracciato in un periodo temporale esteso vari secoli e l’importanza del percorso nella viabilità medievale italiana.
Le finalità dell’iniziativa di recupero di questo itinerario sono multiple, è però intenzione dei promotori privilegiarne l’aspetto culturale e religioso, in special modo per quanto concerne la possibilità di salvare dal degrado monumenti in grave pericolo, come le chiese romaniche di Mercenasco, Mazzè e Borgo d’Ale. Ovviamente le ricadute turistiche, anche se importanti, non saranno lo scopo primario dell’iniziativa, ma conseguenze di quest'ultimo.
In estrema sintesi l’itinerario Ivrea – Mazzè - Livorno Ferraris - Vercelli, ha una lunghezza di circa ottanta chilometri e si snoda in zone molto gradevoli sotto il profilo paesaggistico, quali le terre d’acqua del Vercellese, il passaggio della Dora Baltea a Mazzè, le colline del lago di Candia ed infine Ivrea ed i piccoli paesi che la circondano.

Per completare il quadro storico-culturale dell’iniziativa, oltre all’itinerario principale vengono proposte, sia per la parte Vercellese e che per quella Canavesana, delle varianti, a nostro giudizio necessarie, per comprendere pienamente l’espansione del romanico in Piemonte. Tralasciando i collegamenti con Caluso e Santhià, le diramazioni al percorso principale sono essenzialmente due: la vercellese, ricalcante l’antica Via Clivolasca, e la canavesana, un percorso di carattere archeologico rifacentesi al tracciato della antica Via Militare Ivrea – Quadrata, con una digressione verso Strambino e Romano Canavese.
In ultimo si ricorda che è intenzione dei promotori attrezzare la progettata Via Romea Canavesana, secondo gli standard richiesti dalla Associazione Europea delle Via Francigene, ovverosia:

a) Allestire alcune mostre fotografiche esplicative itineranti, con soste periodiche presso i vari centri.
b) Pubblicare un libro fotografico illustrante i tratti ed i monumenti più significativi, nel quale si illustri anche la validità spirituale dei pellegrinaggi medievali.
c) Istituire visite guidate per i gruppi che ne faranno richiesta, curando l’aggiornamento delle guide che saranno preposte alla bisogna.
d) Garantire l’apertura al pubblico dei monumenti più importanti.
e) Segnalare il percorso con paline e in un apposito sito Internet, ad uso dei viandanti dotati di navigatore GPS.
f) Posare nei punti più interessanti cartelli esplicativi.
g) In prospettiva creare, sulla falsariga di quanto fatto a Ivrea, Vercelli e Santhià, ostelli ad uso dei pellegrini.
h) Distribuire un pieghevole in cui sia inserita la cartina del percorso ed ogni altra notizia utile al viaggiatore.
i) Richiedere alle Parrocchie dei paesi toccati dalla via Romea, la disponibilità a fornire una qualche forma di assistenza ai viaggiatori.
j) Sollecitare i vari Comuni attraversati a mantenere in uso il percorso, provvedendo alla sua manutenzione.

È ovvio che simili obiettivi, in special modo per quanto concerne la realizzazione di ostelli, potranno essere realizzati con gradualità, a seconda dei finanziamenti che sarà possibile reperire, ma siamo altresì convinti che, dato l’interesse che l’iniziativa ha incontrato tra le Associazioni dei paesi attraversati, il progetto sia attuabile. È altresì chiaro che per procedere alla realizzazione occorrerà costituire un organismo di gestione composto dagli attuali promotori, dai Comuni e dagli altri Enti incontrati lungo il percorso, rendendo così possibile gestire efficacemente le risorse, ma si ritiene che il modus operandi applicato sino ad ora, permetterà di raggiungere lo scopo efficacemente e senza eccessivi problemi di campanilismo.


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